by Alessandro Fullin
I luoghi in cui si recano gli innamorati in pellegrinaggio in Italia sono tre: il balcone di Giulietta a Verona, Ponte Milvio a Roma e la mia tomba a Trieste.
IL BALCONE
Quando vedo tutti quei giapponesi innamorati che si baciano in quel cortiletto non posso non chiedermi: “Perchè tutti adorano quel balcone quando Giulietta aveva puntato tutto sulla grondaia (assai più utile per essere raggiunta dall’aitante Romeo?”.
IL PONTE
Ponte Milvio, un tempo, era famoso per tutt’altro: qui Costantino, dopo una notte un pò agitata, decise di issare le insegne di Cristo prima della battaglia contro Massenzio e vinse.
Oggi, facendo felice il proprietario di una vicina ferramenta, gli innamorati acquistano un lucchetto, ci scrivono sopra i loro nomi e poi lo attaccano ai mille altri. Poi lui si gira e getta la chiave nel Tevere colpendo alla tempia una povera trota di passaggio.
Protestano per lo scempio le Belle Arti, i single e le madri delle trote colpite.
LA MIA TOMBA
E’ a Trieste. Non riposo da solo. Peggy Guggenheim, come è noto, si è fatta seppellire con i suoi amati barboncini che la rimbambiscono con i loro latrati anche nell’Aldilà, Io, che amo sopra ogni cosa il silenzio, ho preferito la compagnia dell’unico essere vivente che mi è sempre stato accanto in vita: una pianta grassa. Gli innamorati commossi passano e si fanno una foto davanti alla mia tomba. Qualcuno legge anche l’iscrizione sulla lapide; è l’enigmatico motto di una poetessa finlandese: ” Tutto il resto è nocciole”.
“Romeo e Giulietta si incontrarono online su una chat room.
Ma la loro relazione finì tragicamente
quando morì l’hard disk di Giulietta.”