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Il resto dello zoo (supplenti, bidelli, tecnici, genitori…)
Oltre ai prof, al preside e ai forzati della classe, quali sono le creature che abitano la scuola? Supplenti, bidelli, segretarie, tecnici, genitori... I SUPPLENTI Ce ne sono di due tipi: 1) I Nulli . Timidi, incerti, timorosi e tremanti entrano in classe e con un filo di voce si presentano. Dichiarano che l'insegnante di ruolo è ammalato di gozzo, tifo o pellagra, e rivelano che ne avrà per almeno un mese. Lenti nell'eloquio e titubanti nei gesti manifestano, se la classe è d'accordo, l'intenzione di sapere con precisione a che punto è il programma. Mentre la Racchia secchiona, solo lei, delucida il/la supplente, il resto della classe ha già cominciato a dare libero sfogo ai più selvaggi istinti: spostare i banchi, urlare, camminare, ridere, scherzare, correre, mangiare, ruttare, saltare, giocare a calcio, copulare. Nell'aula vengono fatti entrare animali da cortile. Qualcuno si improvvisa trapezista e qualcun altro già ha preso ad arricchirsi col gioco delle tre carte o con bische clandestine. Il/la supplente, stordito/a, volge più volte lo sguardo verso la baraonda. Quando finalmente trova l'ardore di esclamare un emozionatissimo “Silenzio, per favore!”, suscita la seguente reazione: due secondi di stupito silenzio, risata generale che diventa boato, bolgia peggio di prima. Durante il periodo di permanenza del/la tapino/a, l'oziosità diviene talmente paradossale che, almeno un paio di volte, balena nella mente degli studenti un vago e fastidioso senso di colpa. Che poi, però, passa. Alla fine della pacchia, il rientrante insegnante di ruolo domanderà se è stato svolto il lavoro prestabilito. La classe, indignata e sconsolata, risponderà che non è possibile che esistano supplenti così lavativi e impreparati, è un vero schifo, e purtroppo, loro malgrado, nel mese passato non si è fatta una mazza. 2) Le Bestie . Arcigni e sprezzanti varcano la porta ad ampie falcate. Stentorei dichiarano di avere già stabilito il da farsi con l'insegnante di ruolo e, a sorpresa, asseriscono di conoscere i nomi di tutti gli alunni della classe. Per rendersi conto del livello di preparazione, come prima cosa, interrogano. Instaurano ritmi di lavoro da lager. Danno le note. Terrorizzano. Con il loro atteggiamento sono i soli in grado di provocare negli studenti l'istinto di compiere l'azione più rivoltante e contro natura che si possa immaginare: lunghe telefonate al prof. di ruolo, ricche di sinceri e sentiti auguri di pronta guarigione. IL TECNICO In ogni istituto ce n'è uno. È l'addetto alle riparazioni e alle “preparazioni”. Che si sia rotto un battiscopa o che sia avvenuta una deflagrazione nucleare nell'aula di chimica e fisica, viene chiamato il tecnico, che lui sa cosa fare. Prepara, per l'insegnante che glielo chiede, composti, attrezzi, proiettori, modellini, plastici, tutto. Generalmente silenziosissimo, viene sempre rigorosamente chiamato o col solo nome, o col solo cognome. LE SEGRETARIE DELLA SEGRETERIA Abitualmente attigua alla presidenza, la segreteria, secondo alcune voci e leggende, è infestata dalle segretarie. È rarissimo vederle, ma sono in molti a giurare di sentir giungere, ora dalla segreteria stessa ora dal confinante ufficio del preside, scricchiolii, gemiti, urla e rantoli. I BIDELLI Il bidello-maschio, per natura, o è timidissimo o è un brillantone senza requie. Non ci sono mezze misure. In ogni caso, adeguatamente remunerato, può diventare uno dei più importanti alleati dello studente scansafatiche. Avvisandolo, infatti, potrà venire a prelevarvi dalla classe, adducendo fasulle convocazioni in segreteria o in presidenza, proprio all'inizio di un'ora funestata dall'incubo interrogazione. Meno corruttibili, e più operose, le bidelle. Attenzione: esistono i bidelli-spia. Delatori instancabili e inesorabili, hanno l'unico scopo di ingraziarsi il preside. Si mimetizzano e sono esperti di ogni tecnica di guerriglia scolastica. Prima di scrivere sui muri del cesso amenità e gentilezze rivolte ai professori, prima di lasciare impronte di piedi sul soffitto e prima di mettere segretamente in atto le tecniche di frode scolastica, fate attenzione. Potrebbero essere tra voi. I GENITORI Esistono diverse categorie di genitori, alcune delle quali inquietanti e insidiosissime. I Frustranti Quelli per cui la vita non è una vacanza, i rimproveri forgiano lo spirito, i complimenti non servono. Di fronte al figlio che dice “ho preso 9”, la loro risposta tipo è “sarebbe stato meglio un punto in più”. Maligni, domandano sempre i voti degli altri, specificando poi due o tre cognomi di ragazzi che, a loro parere, conducono una carriera scolastica da prendere come modello. Smaniosi, non aspettano altro di sentire che qualcuno ha avuto una votazione maggiore del figlio per lamentarsi. Esempio: - Ho preso 8 in italiano. - E Rizzi cos'ha preso? - 6. - E Filippussi? - 5. - E la Dotti? - 9. - Ecco vedi! Tsk, lei sì che è brava! I Monomaniaci Esibizionisti Maldicenti Durante l'intero iter studentesco dei figli, la scuola rappresenta il loro unico argomento di conversazione. Conoscono votazioni, ritmi di lavoro, note di comportamento e posizione di banco di tutti i ragazzi del quartiere. Nel caso in cui le carriere scolastiche dei figli rappresentino un vanto, si appostano, mimetizzati, aspettando l'arrivo di qualche conoscente (meglio se genitore di un ragazzo dai voti mediocri). Quando il passante è a portata di tiro, pam!, saltano fuori all'improvviso, cominciando sorridenti a sciorinare ad alta voce i successi portentosi dei frutti del ventre loro. Fioccano balle clamorose tipo: “il professore si è inchinato davanti alla mia Giovanna”, “per il mio Pietro è stato istituito l'11 perché il 10 è troppo poco”, “compilando la pagella del mio Paolo gli insegnanti hanno fatto la ola!”. Se invece il figlio tentenna, impantanandosi in risultati modesti, è ovviamente solo colpa degli incapaci e impreparati professori, che “l'hanno preso giù male perché è troppo intelligente”. I monomaniaci esibizionisti maldicenti, inoltre, si recano ai colloqui generali con i docenti rigorosamente in coppia, ostentando allo stesso tempo partecipazione e un'ipocritissima felicità familiar-coniugal-sessuale. Sul conto degli altri studenti diffondono senza pace notizie tendenziosissime. I Piantagrane Una frangia ancora più estremista della precedente costituisce la categoria dei Piantagrane. Sono identici ai Monomaniaci, ma si caratterizzano grazie a un'ulteriore particolarità: se ritengono che il figlio abbia ricevuto un voto di mezzo punto inferiore a quello che meritava, si incazzano come faine, assicurando a gran voce di “RICORRERE AL TAR!”. Gli Apprensivi Non sono male, mettono solo un po' d'angoscia. Ansiosi, non godono delle sfortune scolastiche altrui e sanno essere comprensivi, ma appena il figlio prende la seconda insufficienza consecutiva, si chiedono se non sia il caso di fargli cambiare istituto.
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Tutti insieme forzatamente!
Ecco qui di seguito le principali tipologie umane dei compagni di classe. Riconosci, e barra con una X, i personaggi di cui vengono riportate le caratteristiche. L’AdulatoreO più prosaicamente “leccaculo”, è uno degli esseri più infidi e spregevoli della classe. Sempre pronto ad annuire, con espressione tra l’interessato e il beota, a qualsiasi cosa l’insegnante gli dica (“Mazzini è nato a Genova” o “Brutto stronzo, ora ti faccio il culo”), l’adulatore è l’unico che si abbassi alla più abbietta manifestazione di servilismo: andare al distributore automatico a prendere tè o caffè per le professoresse, scucendo, come se non bastasse, le 500 lire necessarie.Di fronte al prof, è in grado di vomitare anche 300-400 volte al giorno le parole “sì, sì certo”, “sicuramente”, “Signora professoressa” e “mi scusi!” È il solo a dimostrarsi visibilmente infastidito per l’eventuale baccano provocato dai compagni. Durante le verifiche non passa suggerimenti nemmeno sotto tortura. Spesso quando è troppo tardi, ci si accorge di averlo eletto rappresentante di classe. La racchia secchionaBrutta come la fame e antipatica come una merda pestata, questo comunissimo esemplare tenta di sopperire a ogni infelicità tuffandosi in uno studio matto e disperatissimo. Sa ripetere pari pari anche 200 pagine, senza avere in realtà compreso alcunché della materia studiata. È capace di azioni turpi quali le delazioni anonime nonché la falsa testimonianza. Durante i compiti in classe erge invalicabili barricate intorno al proprio foglio protocollo. La racchia scimunitaNon supportata dalla capacità mnemonica della precedente, la racchia scimunita, altresì detta “scorfano”, non ha altra occupazione che sprofondare triste fra le pagine di Cioè, vagando fra improbabili fantasticherie amorose al fianco di Brad Pitt. Rancorosa, diffidente e sempre all’erta, è in possesso della rara abilità di reagire in modo sfasato ed esagerato in qualsiasi circostanza: a un innocente “Ciao”, non è raro sentirsi rispondere “Cosa vuoi, cretino?!” La peripateticaO per meglio dire “la zoccola”, è l’elemento porno-gaudente della classe. Le sue performance durante le feste e le gite diventano in brevissimo tempo materia di proverbi e leggende. In genere non particolarmente bella, sa scoprire le proprie armi migliori con la nudità. Va con tutti, a patto però che abbiano almeno un anno in più dei suoi compagni di classe. Il rivoluzionarioEmulo del passato da sessantottini dei genitori, è perennemente incazzato contro il mondo. Indossa la kefiah tutto l’anno. Legge Sartre e al cinema ci va solo per seguire rassegne su Kurosawa, Godard, Kiarostami, Loach e Zhang Yimou. Fuma come un turco e dichiara di continuo che non può andare avanti così, deve smettere, o morirà presto di cancro ai polmoni. Che ci sia un colpo di stato in Chiapas, o che manchi un rotolo di carta da culo in uno dei cessetti della scuola, poco cambia: si tratta di un ottimo motivo per organizzare scioperi e okkupazioni. Ancora non lo sa, ma sotto sotto gli batte un cuore paternalista e benpensante. Il biripetenteInsuperabile maestro nell’arte di imputridire l’aula con scoregge cipollate, è un genio delle astuzie che snervano l’insegnante. Giustifica le assenze con scuse del tipo: “Ho partecipato al Camel Trophy”, “Mi è venuta l’ebola” o “Sono andato in Argentina al funerale di mio zio Diego Armando”. Durante i compiti in classe è facilmente reperibile in loschissime sale giochi di periferia, mentre combatte eroico e tutto solo frotte di invasori alieni. Ha la capacità di provocare ictus con l’esibizione dei suoi temi o delle sue verifiche di matematica. Al cesso, ti puoi commuovere nel vederlo dipingere soavi e svolazzanti uccelli sui muri. L’angosciato angoscianteNon si sente mai preparato. Le interrogazioni non lo fanno dormire la notte e gli fanno venire sudori freddi. Cerca ossessivamente il conforto dei compagni e continua a ripetere che “non ce la farà mai”. Onestamente, fa venire due balle alla zuava. Il trafficone indisponenteÈ l’unico esempio di truffatore irritante. Si munisce di bigliettini, trucchi e imbrogli, ma non sa utilizzarli. Non ha alcun barlume di conoscenza delle materie oggetto della prova. Non capisce i suggerimenti dei compagni o, peggio, li storpia in modo grottesco, producendosi in titubanze imbarazzate e sorrisetti malfermi, sbalordendo l’insegnante che non sa più cosa pensare dei suoi alunni e di sé. È un cretino. I disinteressatiAlcuni studenti, nemmeno per sbaglio, captano alcunché della lezione. Sono impegnati in altre attività.Gli incisori, che instancabili passano la giornata a cesellare con cura certosina il loro banco di scritte e graffiti.Le scrittrici, che annotano ogni loro emozione, turbamento o proposito sul ciclopico e gibboso diario multicolore e multiodore.I lettori, che sono in grado di divorare, senza mai alzare la testa verso l’insegnante, decine di libri extrascolastici a settimana: dall’Ulisse di Joyce a Come dare e ricevere orgasmi da urlo, va bene tutto per farsi una cultura alternativa a quella imposta dai professori.I musicofili, che ascoltano l'I Pod, seguendo il ritmo con colpi di ganascia e gomma da masticare. Altre occupazioni non sono degne di nota. La tettonaIl resto del corpo non conta. Il suo petto è un totem per l’intero popolo maschile della scuola. A chi fa timidamente notare presunte escrescenze chiappo-cellulitiche o eventuali imperfezioni nei lineamenti, viene replicato che due tette del genere compensano tutto. Spessissimo è dotata di animo gentile e modi garbati, ma nessuno se ne accorgerà mai. Lo sfigatoOcchiali con lenti a fondo di bottiglia, brufoli in continua eruzione, timidezza ai confini del ritardo mentale e insopprimibile, ma repressa, tensione sessuale. Segretamente innamorato di compagne inaccessibili, diventa spesso oggetto di frizzi e lazzi: è tristemente ricordato il caso di tal Zefferini di Scorzarolo Mantovano, spiato attraverso la serratura del gabinetto, durante una gita, dai truci e insensibili compagni di stanza, e per via della furia da Unno con cui lo si era visto intrattenere affettuose relazioni intime fra sé e il suo pipino, da quel momento biecamente soprannominato “Onan il barbaro”. Il trio dell’Ave MariaSi intende un minuscolo gruppo di ragazze, di aspetto fisico variabile, depositarie degli assoluti valori dell’amicizia, della lealtà e del buon gusto. In breve: bastarde pettegole pronte a pugnalarti (alle spalle) a ogni occasione.A corto di argomenti, non si fanno scrupoli a inventare e diffondere balle clamorose. Per chiarire il concetto, sono e saranno sempre le prime a sentenziare che la Letizia è una gran troia a farsi Giacomo senza aver mollato Tommaso, evitando di mettere le cose in chiaro con Mattia e facendo la stronza con la Ginevra che a) è la sua migliore amica, b) lo sanno tutti che muore dietro a Giacomo. Un ghigno falso e malefico regna perpetuo sui loro volti. La civettaAmmicca, irretisce, sculetta, dice e non dice, mostra e non mostra. Se non ci provi, rappresenterà il più grande rimpianto della tua vita. Se ci provi, riceverai uno sguardo sbalordito e ripugnato, e uno sberlone ben assestato. La nobileContraddistinta da nomi quali “Federica Ranieri Sforza”, “Giada Casati Caimani” o “Pollicina Selvaggia Momigliano Canossa”, la nobile viene prodotta in un numero limitato di esemplari. È individuabile grazie agli accessori di cui è munita: abbronzatura stronzesca, capelli biondi, lenti a contatto azzurre, plastica al naso, abbigliamento à la page. Due volte la settimana va a lezione di “R” moscia. Scia e cavalca divinamente. Se mai è dotata, per errore, di qualche barlume di intelligenza originale e non omologato agli standard della buona società, è compito dell’ambiente che la circonda reprimerlo immediatamente. Se ti incontra per strada, non saluta, a meno che tu non sia come lei. La finta nobilePer sopperire alla carenza di “nobili doc”, vengono sempre più spesso sfornate le cosiddette “finte nobili”: patetiche figure di umile estrazione sociale che conducono una pseudo vita al di sopra delle loro possibilità. Non salutano, si fanno le lampade, vestono griffato, frequentano solo “bella gente”. In famiglia, al riparo da sguardi ostili, compensano le spese folli mangiando pane e acqua (di rubinetto). Il porcoTale esemplare grufolante, diffusissimo nelle scuole medie inferiori, tende a rarefarsi col progredire della carriera scolastica, senza tuttavia scomparire mai definitivamente. Anche nelle scuole superiori ce n’è almeno uno per classe. Il suo unico scopo è palpare: tette, culi, ginocchia, metacarpi, ossi parietali sinistri, non importa. Ciò che conta è soddisfare il tatto. Rappresenta l’incubo di alcune compagne di classe, solite sentirsi rivolgere apprezzamenti tali da fare inorridire uno scaricatore di porto erotomane turco. Le sue fantasie sessuali sono in grado di turbare a vita sprovvedute anime candide. È il tipico agghiacciante personaggio fiero di ripetere il motto “Le donne sono tutte puttane!”, salvo poi sferrare pugni rabbiosi, in lacrime, quando gli si fa notare che, fra le donne, c’è pure sua madre. Lo sportivoOttimo praticante di ogni tipo di sport, dal calcio al tennis, dallo sci alla pelota basca, dall’atletica alla lotta libera nel fango, lo sportivo suscita sentimenti contrastanti: alcune compagne se ne innamorano, tutti gli altri lo odiano. Non è tanto invidia, quanto spirito di sopravvivenza: non è giusto che in coincidenza delle interrogazioni più dure, lui regolarmente se ne esca per giocarsi le sue partitelle. Il depressoSinceramente partecipe di tutti i mali dell’umanità, senza tuttavia avere la pretestuosa carica rabbioso-eversiva del “rivoluzionario”, il depresso passa le giornate totalmente incompreso: studia senza averne voglia, è innamorato ma non si dichiara, è più intelligente degli altri ma non riesce a dimostrarlo, la TV lo annoia, si ubriaca per dimenticare, ammorba gli amici e legge esclusivamente macigni storico-filosofico-pessimistico-esistenzialistici. Malgrado tutto, resta uno dei migliori. Lo sgobboneFra tutti i compagni è quello che, forse, suscita più pietà e tenerezza. Stabilmente tra i primi della classe (a volte è addirittura il primo), lo sgobbone possiede uno spirito altruista e generoso. Studia senza divagazioni, trucchi e imbrogli, e a fine giornata passa a metà classe, tramite telefono, i compiti da svolgere per il giorno successivo. Compiti perfetti, spesso certificati da costosissime lezioni private. Per anni viene sedotto, senza mai ottenere soddisfazione, dalle compagne di classe, che hanno come unico scopo quello di sfruttare la sua utilità scolastica. Se non impazzisce, farà strada. La bellaIl solo fatto di averla come compagna rappresenta un vanto per ogni maschio della classe, orgoglioso di poter dire agli amici estranei e sgolosoni che lui ci vive giorno per giorno, con la gnoccolona, e soddisfatto di millantare con la suddetta una grande amicizia che forse un giorno porterà a qualcosa di più concreto (balle). La Bella, tuttavia, suscita sentimenti contrastanti: alcuni, colpiti dalla sua delicatezza d’aspetto, vengono investiti da un vero e proprio amor cortese, altri, macerati dall’impotenza e dalla libido, non manifestano altro proponimento che “farle del male”. Affiancata alla Bella, vaga sovente una trista e oscura figura: la Scudiera”. Ovvero, un’amica orribile o perlomeno insignificante che, per spirito masochista, decide di eleggere la prima a sua migliore amica, lasciandosi totalmente oscurare e mettendo anzi maggiormente in risalto lo splendore della compagna. Suo lusinghiero compito è quello di allontanare i pretendenti non graditi alla padrona. Ignara delle dinamiche amorose, la Scudiera, rosa da invidie e tormenti, sarà la più veemente e caustica nel lamentare il tradimento dell’amicizia, ogniqualvolta la Bella la abbandoni per unirsi al fortunato di turno. Gli indisposti perenniSono quei poveri sfortunati che, vittime di chissà quale incantesimo o fattura voodoo, si ammalano proprio il giorno prima o il giorno stesso di verifiche e interrogazioni. Su di loro non si abbattono grandi malanni, ma solo “poche linee di febbre”, “coliti”, “nausee”, “bruciori di stomaco” o “minuscole perdite di sangue dal naso”. Altruisti e onestissimi, ti fanno grande tenerezza e simpatia quando, pallidi ed emaciati, si rifiutano di uscire interrogati a causa dell’improvviso malessere. E al posto loro vieni chiamato tu. Gli indisposti kamikazeSono quei poveri imbecilli che, non riuscendo più a bluffare con i genitori per stare a casa da scuola, si procurano reali malori ingerendo boccette di lassativo o andando di prima mattina, nudi, in gennaio, nel giardino di casa. Vomiti e cagotti sono prove tangibili della loro reale “indisposizione”. L’assente cronicoOgni classe ne ha almeno uno o una. Sarebbero belli, spiritosi e simpatici, se venissero a scuola. Sulla pagella, a fine anno, accumulano una sfilza di N.C. Vengono bocciati e, dall’anno dopo, redarguiti e messisi d’impegno, allieteranno il corso successivo al vostro. L’ultrabigottaSe la Bigotta può normalmente rientrare nella categoria del Trio dell’Ave Maria, l’Ultrabigotta rappresenta un’entità a sé stante. Non sparla, si fa i fatti suoi. Mette un po’ di soggezione. Quando parli con lei, ti viene lo scrupolo di esprimerti come un lord dell’epoca vittoriana. Una parolaccia la rattrista, una bestemmia può provocarle paresi facciali permanenti. Uno strano sortilegio però fa sì che, durante i compiti in classe, divenga improvvisamente dimentica della carità cristiana: non passa suggerimenti nemmeno sotto la minaccia di un esorcismo. Forse ci vorrebbe un miracolo. La coppiaIn ogni classe se ne forma almeno una. Tesorieri dei misteri dell’amor coniugale, i “morosi”, a seconda del loro aspetto o della natura dell’abbinamento (lui orrido-lei gnocca, lei nana-lui giocatore di basket, lui glabro-lei pelosa...), possono diventare oggetto di invidie o di pubblico ludibrio. Alle feste, sono i primi ad abbandonare la compagnia. Oppure, nel caso in cui siano veri beduini esibizionisti, non dimostrano alcun ritegno nel consumare focosi amplessi sopra divanetti accuratamente messi in vista. In classe però fingono di non conoscersi, per non mettere gli altri in imbarazzo. Gli anonimiNessuno se ne accorge, ma le classi ne sono piene. Equamente suddivisi fra maschi e femmine, sono personaggi amorfi e indistinti, coi quali in anni di convivenza forzata non si va mai al di là del generico saluto. Alla fine degli studi, è quasi impossibile ricordarne le facce. Diffusa la tendenza a ritenerli alunni delle classi altrui.
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LA VERITA’ E CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA
Perle di saggezza estratte da un libro che ha sconvolto le menti delle ragazze italiane: la verità è che non gli piaci abbastanza, tratto da quelle vecchie marpione di Sex and the city. Per tutte le Comixiane..!!! Se non ti chiama, è perché non ti pensa. Gli uomini sanno come funziona il telefono. Se non ti chiede di uscire, non gli piaci abbastanza. Perché altrimenti sta tranquilla che lo fa. Per cui se non ti chiede di uscire non abboccare a scuse come "non voglio rischiare di rovinare la nostra amicizia" o "sono davvero impegnato in questo periodo". Se è inaffidabile già nelle piccole cose, figurati in quelle importanti. Facci caso e renditi conto che invece è bravissimo a farti stare male. Non metterti con uno che non fa quello che dice. "Impegnato" è sinonimo di "stronzo". "Stronzo" è il secondo nome del tipo con cui stai uscendo. Se vuole vederti solo quando è ubriaco, non gli piaci abbastanza. Se gli piaci davvero vorrà stare con te anche quando non ha i sensi annebbiati. Se è uno stronzo egoista, un dittatore o un vero e proprio mostro, non gli piaci abbastanza. Se ami qualcuno fai di tutto per renderlo felice. Se sparisce, non gli piaci abbastanza. Dopo esserti accertata che non è ricoverato in nessun ospedale della sua città, forse non vale nemmeno la pena di chiedere spiegazioni, tanto la spiegazione è sempre la stessa: non gli piaci abbastanza. Te la meriti una cazzo di telefonata. Tratto da "Le verità è che non gli piaci abbastanza. Il manuale per smascherare le scuse che gli uomini raccontano e le donne si bevono" di Greg Behrendt e Liz Tuccillo. Edizioni Salani
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CHE ITALIANI SCIAMO?
Un simpatico manuale per riconoscere che tipo di sciatore sei! L'ITALIANO FICO 1. Prende il piattello dello ski-lift con una mano sola. 2. In seggiovia fuma annoiato, non prende il sole, tiene gli sci a penzoloni, scende dal seggiolino all'ultimo momento. 3. Mangia un panino con lo speck, beve una coca-cola poi dice: "Vado perchè è l'ora migliore e non c'è nessuno". E va a farsi una discesa. 4. Curva perfettamente da tutte e due le parti. 5. Se cade dà la colpa agli scarponi che non hanno retto alla velocità. 6.Scarponi: li infila con facilità, li toglie con leggerezza. 7. Ha l'attrezzatura da un milione: maggior spesa: gli occhiali. 8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che è successo perchè male allenato. 9. Se esce di pista è per farsi un canalone in neve fresca. L'ITALIANO MEDIO 1. Prende il piattello dello ski-lift con due mani, a volte lo strangola. 2. In seggiovia non fuma ma prende il sole, che è sempre alle sua spalle, a rischio di violenti torcicollo. Tiene gli sci sull'appoggio e per scendere si prepara tre piloni prima. 3. Mangia zuppa di verdura, beve un quarto di vino e poi dice: "Vado perché è l'ora migliore, non c'è nessuno". E va a dormire su una sdraio. 4. Curva peggio da una parte, quasi sempre la sinistra. 5. Se cade dà la colpa alle lamine, ma non sa cosa siano. 6.Scarponi: li infila con ferocia, li toglie con odio. 7. Ha l'attrezzatura da un milione: maggior spesa: la giacca a vento. 8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che ha sbagliato il peso sullo sci interno. 9. Se esce di pista è per farsi una pisciata. L'ITALIANO BESTIA 1. Prende il piattello dello ski-lift nei coglioni. 2. In seggiovia se fuma fa cadere un guanto, se prende il sole fa cadere gli occhiali. Per scendere dal seggiolino si prepara dieci secondi dopo la partenza, viene preso dal panico sei piloni prima dell'arrivo, momento in cui perde un bastone e con l'altro tenta di accecare l'inserviente. 3. Mangia polenta e salsiccia, beve quattro grappini e poi dice: "Vado perché è l'ora migliore e non c'è nessuno". E va al cesso. 4. Curva peggio da una parte, quella dove ci sono gli ostacoli. 5. Se cade dà la colpa ad un lastrone di ghiaccio, anche con due metri di neve fresca. 6. Scarponi: glieli infilano gli amici, glieli tolgono gli infermieri. 7. Ha l'attrezzatura da un milione: maggior spesa: gli sci da gara. 8. Quando alla TV vede cadere Tomba gode. 9. Se esce di pista è per schiantarsi contro un albero. L'ITALIANO DEL NORD 1. Si incazza se l'omino non gli passa il piattello dello skilift, visto che ha pagato anche per quello. 2. In seggiovia, rompe i coglioni lamentandosi che la neve non è come a St. Moritz, che gli impianti non sono come ad Avoriaz, che gli alberghi non sono come a Cortina, eccetera eccetera. 3. Mangia polenta e capriolo, si incazza con la cameriera perchè non gli fa la fattura scaricabile come spesa di rappresentanza, poi dice: "Vado perché è l'ora migliore e ci sono tutti" e si mette a fare a pallate di neve con gli amici in mezzo alle ragazze che prendono il sole. 4. Curva solo a due centimetri di distanza dagli altri sciatori, badando bene di sollevare quanta più neve possibile. 5. Se cade si incazza con qualcuno che, secondo lui, gli ha tagliato la strada. 6. Scarponi: non li toglie nemmeno in albergo (con quello che li ha pagati...). 7. Ha l'attrezzatura da 5 milioni, maggior spesa: il gel per le labbra. 8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che e' caduto perchè è un coglione di Bologna. 9. Se esce di pista è per esibirsi in un salto acrobatico (nel campo di scuola). L'ITALIANO DEL SUD 1. Blocca tutta la coda della seggiovia perchè deve aspettare gli amici che sono rimasti indietro. 2. Sullo skilift, chiama a gran voce l'amico che sta tre piattelli più avanti per raccontargli la sua ultima cagata. 3. Fa spostare dodici persone per organizzare la tavolata comune (tre famiglie con bambini), estrae pane-formaggio-cioccolata in quantità industriale, fa casino, mena i bambini che fanno casino, poi dice: "Andiamo perché è l'ora migliore e non c'è nessuno" e organizza una partita a calcetto sulla neve. 4. Curva solo se la moglie lo sta riprendendo con la telecamera. 5. Se cade cerca di coinvolgere quante più persone possibili e fa chiamare l'elicottero del soccorso. 6. La cerimonia di chiusura degli scarponi coinvolge tutta la famiglia e ha un costo (in tempo e bestemmie) paragonabile allo scavo di una trincea in Cecenia. 7. Ha l'attrezzatura da un milione: maggior spesa: il cellulare 8. Quando alla TV vede cadere Tomba, bestemmia ad alta voce. 9. Se esce di pista è per far pisciare il bambino.
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LEGGI LA LEGGE DI MURPHY
Un grande classico dell'umorismo, per tirarsi su il morale: La Legge di Murphy Se qualcosa può andar male, lo farà; Corollari: 1. Niente è facile come sembra. 2. Tutto richiede più tempo di quanto si pensi. 3. Se c'è una possibilità che varie cose vadano male, quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo. 4. Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto. 5. Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio. 6. Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos'altro non vada fatto prima. 7. Ogni soluzione genera nuovi problemi. 8. I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere. 9. Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla. 10. Madre Natura è una puttana. La filosofia di Murphy Sorridi... Domani sarà peggio. Costante di Murphy Le cose vengono danneggiate in proporzione al loro valore. Versione relativistica della legge di Murphy Tutto va male nello stesso tempo. Chiosa di O'Toole alla legge di Murphy Murphy era un ottimista. Settima variante di Zymurgy alla legge di Murphy Quando piove, diluvia. Postulato di Boling Se sei di buon umore, non ti preoccupare. Ti passerà. Legge di Iles C'è sempre un modo migliore. Corollari: 1. Quando il modo migliore ci sta davanti agli occhi,specialmente per lunghi periodi, non lo vediamo. 2. Neanche Iles lo vede. Seconda legge di Chisholm Quando tutto va bene, qualcosa andrà male. Corollari: 1. Quando non può andar peggio di così, lo farà. 2. Se le cose sembrano andar meglio, c'è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto. Terza legge di Chisholm Le proposte sono sempre capite dagli altri in maniera diversa da come le concepisce chi le fa. Corollari: 1. Se si spiegano le cose in maniera tale che nessuno possa non capire, qualcuno non capirà. 2. Se si fa qualcosa con l'assoluta certezza dell'approvazione di tutti, a qualcuno non piacerà. 3. Se si vuol mettere qualcuno di fronte al fatto compiuto, il fatto non si verificherà. Prima legge di Scott Qualsiasi cosa vada male, avrà probabilmente l'aria di andare benissimo. Seconda legge di Scott Quando si trova e si corregge un errore, si vedrà che andava meglio prima. Corollario: Quando si capisce che la correzione era sbagliata, sarà troppo tardi per tornare indietro. Prima legge di Finagle Se un esperimento funziona, qualcosa è andato male. Seconda legge di Finagle Qualunque sia il risultato di un esperimento, ci sarà sempre qualcuno pronto a: - fraintenderlo; - falsificarlo; - credere che si sia prodotto in virtù della sua teoria preferita. Terza legge di Finagle In un qualsiasi insieme di dati, la cifra così evidentemente corretta da non richiedere un controllo è l'errore. Corollari: 1. Nessuno a cui chiedere aiuto la vedrà. 2. Chiunque passi di lì per darvi un consiglio gratuito la vedrà immediatamente. Quarta legge di Finagle Una volta che si è pasticciato qualcosa, qualsiasi intervento teso a migliorare la situazione non farà altro che peggiorarla. Norme di Finagle 1. Prima tracciate le curve che vi servono, poi trovate i punti che corrispondono. 2. Ogni esperimento deve essere riproducibile, e fallire sempre allo stesso modo. 3. Non credete ai miracoli: contateci ciecamente. Assioma di Wingo Tutte le leggi di Finagle possono essere trascurate da chi ha imparato la semplice arte di fare senza pensare. Legge di Gumperson La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità. Leggi di Issawi sul progresso Il corso del progresso: La maggior parte delle cose va costantemente peggio. Il sentiero del progresso: Una scorciatoia è la via più lunga tra due punti. Il passo del progresso: La società è un mulo, non un'automobile... Se la si spinge troppo, scalcia e disarciona chi la cavalca. Prima legge di Sodd Quando qualcuno cerca di raggiungere un obiettivo, sarà sempre ostacolato dall'involontario intervento di qualche altra presenza (animata o inanimata). Tuttavia, ci sono obiettivi che vengono raggiunti, in quanto la presenza che interviene cerca a sua volta di raggiungere un obiettivo ed è naturalmente, soggetta a interferenze. Seconda legge di Sodd Prima o poi, la peggiore combinazione possibile di circostanze è destinata a prodursi. Corollario: Un sistema deve essere sempre concepito in modo da resistere alla peggiore combinazione possibile di circostanze. Legge di Simon Qualsiasi aggregato prima o poi cade a pezzi. Legge di Rudin In casi di crisi che obbligano la gente a scegliere tra varie linee di condotta, la maggioranza sceglierà la peggiore possibile. Teorema di Ginsberg 1. Non puoi vincere. 2. Non puoi pareggiare. 3. Non puoi nemmeno abbandonare. Chiosa di Freeman al teorema di Ginsberg Tutte le più importanti filosofie che cercano di dare un significato alla vita sono basate sulla negazione di una parte del teorema di Ginsberg. Per esempio: 1. Il capitalismo è basato sul presupposto che si possa vincere. 2. Il socialismo è basato sul presupposto che si possa pareggiare. 3. Il misticismo è basato sul presupposto che si possa abbandonare. Osservazione di Ehrman 1. Le cose andranno peggio prima di andar meglio. 2. Chi ha detto che le cose andranno meglio? Seconda legge di Everitt sulla termodinamica La confusione nella società è sempre in aumento. Solo l'enorme sforzo di qualcuno o di qualcosa può limitare tale confusione in un'area circoscritta. Tuttavia, questo sforzo porterà a un aumento della confusione totale della società. Legge di Murphy sulla termodinamica Sotto pressione, le cose peggiorano. Legge di Pudder Chi ben comincia, finisce male. Chi comincia male, finisce peggio. Teorema di Stockmayer Se sembra facile, è dura. Se sembra difficile, è fottutamente impossibile. Prima legge di Zymurgy sulla dinamica dei sistemi in evoluzione Una volta aperta una scatola di vermi, l'unico modo di rimetterli in scatola è' usarne una più grande. Seconda legge di Commoner sull'ecologia Niente va mai via. Legge di HowE Ognuno di noi ha un piano che non funzionerà. Legge di Guizot Si cade sempre dalla parte da cui si pende. Legge di Sturgeon Lo sporco costituisce il 90 per cento di tutto. Assioma di Bramati Tutto suda. Legge dell'ineffabile Non appena si nomina qualcosa... se è buono, sparisce... se è cattivo, succede. Legge univoca delle premesse Premesse negative portano a risultati negativi. Premesse positive portano a risultati negativi...
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IL PENSIERO DEBOLE DI LUCIANA
Gustatevi questo estratto sul mondo dei libri di testo scolastici tratto dall'ultima fatica di Luciana Littizzetto. "Certo che le case editrici valle a capire. Per dire. La questione libri di testo. Io vorrei sapere una cosa. Come è mai possibile che tutti gli anni quando inizia la scuola si ordinano i libri di testo e i libri di testo non ci sono mai. Si devono sempre aspettare per mesi. Ma io mi chiedo. Ma le case editrici di libri scolastici non lo sanno che a settembre inizia la scuola? Non è una novità di quest'anno. È dal 1800 che le scuole iniziano in autunno. Non a primavera quando sbocciano le primule o in estate durante la raccolta del fieno maggengo. A settembre. Fine. Ma stampateli prima sti benedetti libri. Aspettate fino all'ultimo per essere più sulla notizia? Capisco. Ma dipende dalla notizia. Per dire. Napoleone è morto. Ve lo dico io. Potete pubblicarlo tranquillamente. Non c'è rischio che esca dal coma. Il volume della sfera è sempre 4/3 p greca r al cubo. Sempre quello. I volumi delle sfere non sono cambiati tranne quelli delle sfere dei genitori che nella questua alla cartoleria alla ricerca del libro scolastico hanno assunto proporzioni preoccupanti. Senza contare la quantità di testi. Tre di scienze, due di storia, ben cinque di italiano. Grammatica uno, grammatica due, letteratura, epica, antologia. I bambini vanno a scuola con degli zaini pesanti come quello di Messner". Tratto da: "Il Pensiero Debole" di Luciana Littizzetto - Mondadori
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MARKETING PER LEI & LUI
Studiati queste brevi nozioni di marketing e fanne buon uso. A) MARKETING FEMMINILE: Ti trovi a una festa e vedi un tipo molto affascinante. Ti avvicini a lui e gli dici: ?Sono un fenomeno a letto?. Questo è Marketing Diretto Ti trovi a una festa con un gruppo di amici e vedete un tipo molto affascinante. Uno dei tuoi amici gli si avvicina e indicandoti gli dice: ?Quella donna là è un fenomeno a letto?. Questo è Pubblicità Ti trovi a una festa e vedi un tipo molto affascinante. Gli chiedi il suo numero di cellulare. Il giorno dopo lo chiami e dici: ?Sono un fenomeno a letto?. Questo è Telemarketing Ti trovi a una festa e vedi un tipo molto affascinante. Lo riconosci. Ti avvicini a lui, gli rinfreschi la memoria e gli dici: ?Ti ricordi come sono brava a letto?? Questo è Customer Relationship Management Ti trovi a una festa e vedi un tipo molto affascinante. Ti alzi, ti sistemi i vestiti, ti avvicini a lui e gli offri un bicchiere. Gli dici come è buono il suo profumo, ti complimenti con lui per il suo completo, gli offri una sigaretta e gli dici: ?Sono un fenomeno a letto?. Questo è Public Relations Ti trovi a una festa e vedi un tipo molto affascinante. Ti avvicini a lui e gli dici: ?Sono un fenomeno a letto?, e in più, gli fai vedere una tetta. Questo è Merchandising Ti trovi a una festa e vedi un tipo molto affascinante. Ti si avvicina e dice: ?Ho sentito in giro che sei un fenomeno a letto?. Questo è Branding, il Potere della Marca B) MARKETING MASCHILE: Ti trovi a una festa e vedi una bella sventola. Ti avvicini a lei e le dici: ?Sono un fenomeno a letto e resisto tutta la notte senza fermarmi...? Questa è Pubblicità Ingannevole, ed è punita dalla Legge
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NATALE CON I BUOI DEI PAESI TUOI
Un Natale infernale per Babbo Natale nel racconto di Riccardo Cassini. Babbo Natale fu intercettato da un carabiniere all?alba del 25 dicembre mentre usciva da una canna fumaria. Non aveva ancora finito il suo giro dei regali, ma scelse il modo sbagliato per dirlo: «Maresciallo, la prego, mi faccia fare le ultime due canne...». «Buoncostume!», si era qualificato il tutore dell?Ordine. «Guardi che non è un buon costume: io sono Babbo Natale quello vero. Mi fa piacere che le piaccia il mio look, ma se mi lascia fare le ultime due canne...». «Canne?! Come si permette, drogato che non è altro! Anatema! Anatema!». «Non ho una Thema, ho una slitta. Sono Babbo Natale, do you know? Natal?s Babb! La vede la slitta? È parcheggiata lì in seconda fila che anzi, guardi sta anche per scadere il disco orario. Vorrei andare...». «Ah-ha! Seconda fila! Ma bene! Intralcio al traffico!». «Traffico? A quest?ora di notte? Di Natale? Non sia ridicolo!». «E queste povere renne incatenate?». «Ma, veramente, l?antifurto...». «Non si giustifichi!», incalzò il carabiniere «la denuncerò alla Protezione Animali come fecero con quell?altro, Annibale, che aveva messo le catene agli elefanti». «E chissenefrega!», rispose spazientito Babbo Natale «forse lei non ricorda che alla fine fu assolto perché dimostrò che non aveva messo le catene per crudeltà verso gli animali, ma perché sulle Alpi c?era l?obbligo a causa della neve». «Non alzi la voce con me, ragazzo», intimò il maresciallo a Babbo Natale «e mi faccia vedere i documenti della slitta. Mi sembra che abbiamo le ruote lisce, eh?!». «Non sono ruote, e devono essere lisce: è una slitta! Se no come ci arrivavo dalla Groenlandia?». «Dalla Groenlandia? Ce l?ha la carta verde?». «No, quest?anno ho usato quella rossa, con l?agrifoglio: si usa quella per fare il tradizionale pacco, lei mi capisce...». «?Pacco?? E niente carta verde? Lei è il famoso truffatore delle assicurazioni!». «Senta, appuntato...». «Brigadiere!», corresse il carabiniere. «Senta, brigadiere, se lei mi lasciasse fare queste benedette ultime due canne...». «Anatema! Allora è un chiodo fisso, il suo. Zitto e mi faccia vedere i documenti. Uhm! Qui non ha la barba. Si tolga un po? quel cappello. Viene dalla Groenlandia, eh? È un extracomunitario: ce l?ha il permesso di soggiorno?». «A parte che la Groenlandia fa parte dell?Europa, se vuole controllare ho per l?appunto un Risiko sulla slitta...». «Controlliamo!». «Ecco», disse Babbo Natale aprendo la Cartina del Mondo «vede che qui in alto...». «Lei non m?imbroglia! Questa cartina è falsa! Ma che Paesi sono questi? Jacuzia? Che ci facciamo qui, un idromassaggio ai carriarmatini? Forza: il permesso di soggiorno!». «Cosa vuole?». «Non faccia il vago, sig. Natale: il soggiorno!». «Ah! Il soggiorno! Ce l?ho! Il soggiorno di Barbie! Gli ultimi regali rimasti, il soggiorno e la roulette russa!». «Roulette russa! Ce l?ha il porto d?armi?». «Non ci vuole: è un gioco, la roulette, solo che è costruita a Mosca: la roulette russa. Chiaro?». «Ma allora è una vera roulette! Meravigliosa! Il mio passatempo preferito!», si illuminò il carabiniere «E guarda che belle fiches!». «Ti credo che sono belle. Perciò si chiamano ?fiches?, se no si chiamavano ?racchies?...». «Dai, giochiamo, giochiamo!», fremeva il carabiniere. «Ma dove ci mettiamo, non abbiamo nemmeno un tavolo...». «Qui, sig. Natale, venga qui: stendiamo il panno verde sulla linea di mezzeria della strada...». «Ma è impazzito, brigadiere? Il traffico...». «Traffico? A quest?ora di notte? Di Natale? Non sia ridicolo...». «Ha puntato?», chiese il neo croupier Babbo Natale. «Brigadiere!», corresse il carabiniere «Brigadiere, sig. Natale! Se lo vuole ficcare in quel cavolo di cappuccio rosso? Diecimila sul sette...»
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THE ORIGINAL SANTA
Raccontiamo qua di seguito le vera storia di Babbo Natale e le leggende che aleggiano intorno a questo personaggio amato da tutti Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo e forse partecipò al Concilio di Niceanel nel 325. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest'anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore. Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. In altre versioni posteriori, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di natale. Il nome olandese del santo, Sinter Klass , venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus (abbreviazione di Sanctus Nicolaus), la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Le Leggende di Babbo Natale Gli animali Si dice che allo scoccare della mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, gli animali - in special modo gli animali nelle fattorie acquistino il meraviglioso ed inusuale dono della parola. Buoi, mucche, cavalli, maiali e polli iniziano a parlare tra di loro e si scambiano strani segreti sul genere umano, in particolar modo sui loro padroni. Ma non tentati di ascoltarli di nascosto! La leggenda dice che potrete attirare su di voi la sfortuna, la cecità o addirittura la morte se tenterete di spiarli! La Stella di Natale La famosa "Stella di Natale" che da secoli si lega agli allestimenti tipici del Natale, sarebbe nata dal regalo ad un bimbo. Narra la leggenda, che il 25 dicembre di un anno dimenticato dalla storia, un bimbo povero entrò in una chiesa per offrire un dono a Gesù nel giorno della sua nascita. Triste e vergognoso per il suo poco degno mazzo di frasche, il bambino perse una lacrima fra quei ramoscelli che un miracolo trasformarono nel fiore più rosso e bello che i suoi occhi avessero mai visto. Rudolph la renna con il naso rosso Una leggenda moderna nata negli USA è quella della nona renna, inventata negli uffici della Montgomery Ward (una grande catena di magazzini americani) nel 1939 quando la direzione decise di donare ai propri clienti una nuova favola per Natale. Nacque così Rudolph, la renna "dal grosso naso rosso", una specie di brutto anatracolo salvato dall?emarginazione da Babbo Natale che del suo difetto fisico fece un pregio nelle lunghe notti di nebbia. La slitta di Babbo Natale Questa leggenda è nordica: la slitta, originariamente si diceva che la slitta fosse trainata da una sola renna, poi la versione è cambiata, ed apparivano otto renne. Infine se ne è aggiunta una nona, Rudolph appunto. Questo numero spiega la velocità con cui Babbo Natale riesca a far fronte alle innumerevoli richieste provenienti da ogni parte del mondo. Alcuni Cibi Mangiare Marron Glaces, torrone o altri dolci fatti con mandorle (come i confetti) o con nocciole, si pensava favorisse la nascita della prole e la fecondità della terra: alle castagne infatti si attribuiva un valore fecondativo. I chicchi di uva passa utilizzati nel panettone richiamano l'immagine delle monete d'oro, e recheranno ricchezza; altrettanto si dice per le lenticchie del primo anno.
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FRASI MATTE DA BIS
Secondo giro con la raccolta di Stefano Bartezzaghi che fa impazzire dal ridere! Tratto da Non ne ho la più squallida idea, Arnoldo Mondadori Editore. PIETÀ L?È MORTA «Un'ambulanza a sirene spietate.» (Frase matta fra le più ricorrenti.) BRANCHIE DEL SAPERE «Stavo pensando di fare una cernia fra i vecchi libri.» (Segnalata da Claudia Cozzi) IO DIVISO «Non pretendo di conoscere tutto lo scisma umano.» (Prima di una serie di frasi pronunciate durante riunioni e trattative sindacali, ascoltate, verbalizzate e raccolte da un collezionista che chiameremo il Sindacalista) QUI CASCA L'ASINO «Tra di noi c?è qualcuno che predica bene, ma ruzzola male.» (Il Sindacalista) BASTA LA PAROLA «Forme di guerriglia intestinale.» (Idem) CONVINZIONI CROLLABILI «La mia amica Candida, donna di polso, difende sempre le sue idee ?a spatatrac?.» (Martino Romaniello) SINTOMATICO «Dottore, mio marito ne ha sempre una. Perché, vede, lui sodomizza molto.» (Presente anche in alcune raccolte di barzellette, ma sentita da Brizio Faravelli come frase genuina) LAVANDERIA «Mio figlio me ne fa sempre un sacco e una sporca.» (Segnalata da Lilli) FLAMBÉ «Vorrei mangiare qualcosa di combustibile.» (Prima delle frasi coniate dalla suocera di una lettrice, che d'ora in poi chiameremo la Nuora) CANAL GRANDE «Non mi ricordo bene, ho una laguna.» (La Nuora) LAPSUS CALAMI «Mi sono sbagliata, ho preso un lapis.» (Idem)
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