Agognato traguardo di qualsiasi classe, la gita si compone di diverse fasi, tutte di sfibrante intensità…
L’ORGANIZZAZIONE
Organizzare la gita è difficilissimo. Dopo essersi accordati con una classe amica che voglia condividere l’esperienza godereccia, e dopo aver convinto il preside che il luogo prescelto rappresenta una meta di alto valore artistico e culturale, è necessario trovare i professori accompagnatori in numero di uno ogni quindici studenti. Tutti i professori negano categoricamente la loro disponibilità, tranne:
A) l’insegnante di religione;
B) la vecchia, terribile, professoressa zitella;
C) gli insegnanti di qualsiasi materia, fra loro amanti, felici di trascorrere sereni notti di fuoco.
A questo punto, quando il più sembra fatto, qualche compagno tapino, a tradimento, dichiara che, lui, in gita non ci viene:
(“Costa troppo”, “Non mi va perché mi siete antipatici”, “Io quella città l’ho già vista per il matrimonio di mio cugino”).
Per legge, non può mancare un numero di studenti superiore al 10% dell’intera classe. Sennò la gita salta. Naturalmente, dalla notte dei tempi, è pacifico che, in una classe di 20 elementi, saranno sempre 3 quelli che non possono andare, e sempre 4 in una classe di 30. In questi casi, si ricorre a un vecchio trucco: costringere sotto tortura almeno uno dei traditori a pagare la sua caparra, facendogli dire pubblicamente di essere dei vostri. Il giorno della partenza, purtroppo, non sarà presente, perché improvvisamente ammalatosi la sera prima. La caparra gli verrà restituita. La classe invece, ormai già sul pullman, può partire!
IL VIAGGIO
È quasi inutile ricordare che, sul pullman, i ragazzi si posizionano nel seguente modo:
Davanti: gli “sfigati”, che si giustificano accampando la solita vecchissima scusa del senso di nausea provocato dall’automezzo. Frase di rito: “…se vado dietro, vomito!”.
In fondo: spigliati, casinisti, trombaioli, chitarrati, eretici.
In mezzo: tutti coloro che volevano andare in fondo ma sono arrivati tardi e hanno perso il posto.
DI GIORNO
Il giorno è dedicato alla visita del luogo prescelto: musei, piazze, bellezze architettoniche. Si approfondisce la conoscenza dei ragazzi dell’altra classe, si gettano le prime basi per la serata e la nottata.
LA CENA
Caratteristica degli alberghi ospitanti le comitive studentesche è quella di offrire pasti dal sapore e dal menù quantomeno bizzarri: non è raro che, in gita a Napoli, vengano serviti polenta e osei, così come, in Valle D’Aosta, sarà possibile gustare spaghetti allo scoglio e capitone in umido.
LA NOTTE
A questo punto, finalmente insieme, attuffati nelle stesse minuscole stanze, maschioni e donzelle danno vita ai cosiddetti Pigiama Party. In tali occasioni, timide e insospettabili compagne di classe, col favore del discinto abbigliamento notturno, lasciano intuire sconosciute e impreviste doti quali tette sode e culi perfetti. Lasciandosi andare a moti di divertimento e felicità, le fanciulle prendono spesso a saltare sul letto, scatenando nei compagni inquietantissimi sudori, affanni, indurimenti. Nascono simpatie e storie d’amore. Si crea un’atmosfera raramente ripetibile nel corso dell’intera vita. A volte, il momento magico viene interrotto nello sventuratissimo caso in cui la zitellona di sorveglianza bussi alla porta e pretenda di entrare. I masculi, immediatamente, dovranno correre ai ripari, nascondendosi sotto il letto, nell’armadio o nella doccia con tendina. Più fortunati quelli con i capelli lunghi: per loro sarà sufficiente tenere una mano sopra i baffi, fingendo di essere una sconosciuta ragazza dell’altra classe. Da non dimenticare un’ultima scocciatura, il telefono a circuito interno che squilla ogni tre minuti: sono i compagni sfigati, chiusi nelle loro camerette, che reclamano un po’ di attenzione e di compagnia, e che ammoniscono gli amici, ricordando loro di andare subito a letto, che domani ci sarà da stancarsi!
Ignorateli.
LA MATTINA SUCCESSIVA ALLA NOTTE
Salto della colazione. Occhiaione. Occhiali a specchio. Deambulazione da zombi. Limitata capacità d’attenzione. Indignata riprovazione di professori e tapini sfigatelli, pronti a ripetere in coro: “Chissà cosa avete fatto, questa notte!?”.
IL RITORNO
Durante il viaggio di ritorno, in pullman, gli studenti si sforzano in ogni modo di divertirsi, ma ormai il loro cuore è gonfio di tristezza e disperazione. Tuttavia, mentre i più fortunati hanno comunque trovato partner o pretendenti, e mentre i tapini incarogniti giurano a loro stessi che non faranno mai più una gita in tutta la vita, chi se la passa sicuramente peggio è la vecchia insegnante zitella: per nove mesi vivrà con l’angoscia di una indesiderata gravidanza gemellare di una studentessa.
Quella del pullman è propr vera ;-)!
Si nascondono pure nel balconcino i maski!
ahah trp bella sopratuto quella del pullman..bè xò anke io a volte diko di andare a dormire xkè il giorno dp ci sarà da stankarsi…ke c’entra!?ihih
avete dimenticato 1 cosa…sul pullman durante il tragitto x l’aereoporto si rimorchiano giovani camionisti di ogni provenienza ke c stanno e ti danno nome età e numero di telefono!
perfettamente identico alla mia gita all’ isola d’Elba, solo che una volta arrivata la prof nella camera ci ha sgamato tutti e siamo finiti nei c***i…
io suonavo la chitarra in pullman, poi è arrivato il mio prof che mia semplicemente kiesto di cambiare canzone…